Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto

Come un gatto in tangenziale - Ritorno a Coccia di Morto

di Leonardo Rafanelli

È uno degli appuntamenti più attesi di questa inedita stagione estiva delle sale cinematografiche. Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto riporterà sul grande schermo dal prossimo 26 Agosto (e in anteprima nazionale il 14 e 15  Agosto al CineVillage Parco Talenti e alle Notti di Cinema a Piazza Vittorio, in contemporanea con le principali sale italiane) i protagonisti dell’amato primo capitolo, uscito nel 2017: un film che ha registrato un successo notevole al botteghino e tra gli spettatori, e soprattutto una storia che ha saputo scavare in modo leggero ma tutt’altro che superficiale nelle fratture sociali, piccole e grandi, che segnano il percorso attuale del nostro Paese.

Il trailer di questo secondo atto è stato presentato al CineVillage Parco Talenti a Roma, con la presenza dei protagonisti Antonio Albanese e Paola Cortellesi, sul palco insieme al regista Riccardo Milani.
La serata, presentata dalla giornalista Valentina Ariete,  ha offerto un vero e proprio sguardo dietro le quinte di questa nuova pellicola, che va a riprendere la storia di incontri e scontri tra l’intellettuale Giovanni, impegnato in politica a favore delle periferie ma con una conoscenza a dir poco vaga del tema, e Monica, l’ex cassiera del supermercato che invece in periferia ci abita da sempre. Li avevamo lasciati intenti a comprendersi e a cercare di colmare le distanze tra i loro mondi di provenienza, spinti dalla relazione sentimentale dei rispettivi figli. Ora li ritroviamo tre anni dopo, di nuovo distanti ma pronti a riavvicinarsi ancora una volta.

A innescare tutto sarà una telefonata: Monica, infatti, tornerà a cercare improvvisamente Giovanni, bisognosa di aiuto per uscire da un guaio che l’ha portata fino in carcere. E ancora una volta, i due scopriranno di avere più cose in comune di quanto avrebbero mai immaginato. Non mancherà quel mix di risate, sentimenti e spunti di riflessione che ha fatto la fortuna del primo capitolo. Ma ci sarà, soprattutto, quello stesso stesso spirito che ha fatto nascere questa storia.

“Quando si fa un film – ha detto il regista Riccardo Milani – bisogna cercare una motivazione autentica. Bisogna chiedersi “Per chi lo fai?”. Si deve trovare una storia importante e una ragione sul piano della narrativa. Noi l’abbiamo trovata perché ce l’ha data il nostro Paese. Viviamo ancora una spaccatura profonda tra due classi sociali, interpretate qui da Monica e Giovanni. Su questo abbiamo costruito l’impianto del nostro racconto”.

Ma c’è di più, perché questo sequel, scritto proprio durante il primo lockdown, affonda le sue radici anche in certe dinamiche che caratterizzano i tempi che stiamo vivendo, e di conseguenza il modo in cui vengono raccontate al cinema.

“È un film – continua Milani – che si porta dietro pure qualcosa di questi ultimi anni. Mi piace pensare a questi due personaggi in antitesi ai predicatori dell’odio sociale. Non che loro si possano definire proprio come predicatori dell’amore sociale, però ritengo che in qualche modo aprano sempre un varco di comprensione. Anche nelle nostre vite, c’è bisogno di Monica e Giovanni che si ascoltano un po’”.

Non mancheranno nuovi temi sul piatto: la crescita dei figli, prima di tutto, che apre spazi e questioni. E poi ci sono due new entry d’eccezione: Luca Argentero e Sarah Felberbaum, “interpreti di due personaggi forti – come ha anticipato Paola Cortellesi – “che saranno fondamentali per il racconto e anche per qualcosa in più, che ha a che vedere con un discorso molto più ampio su di noi e su come siamo”.

“Il desiderio – ha aggiunto Antonio Albanese – è quello di ritornare a scoprire cose nuove di questa vicenda, inseguendo il tempo. C’è una combinazione giusta, un racconto perfetto, come sa fare la nostra commedia. Sono orgoglioso di questo film perché è popolare, che per me è un concetto sacro, meraviglioso. L’arte deve essere popolare”.

La parola passerà presto al pubblico in sala, ma intanto su una cosa si può già scommettere: il punto di forza di questa pellicola sarà, appunto, una questione di combinazioni. Come quella tra la leggerezza e la voglia di misurarsi anche con temi impegnativi, o come quella tra tutti coloro che il film lo creano, lo interpretano e lo costruiscono. Riccardo Milani e Paola Cortellesi, del resto, sono compagni anche nella vita, e qui lo sono stati pure in veste di sceneggiatori, insieme a Furio Andreotti e Giulia Calenda. E proprio la Cortellesi ha voluto concludere sottolineando l’importanza dell’approccio creativo che ha dato vita al primo film e che è rimasto immutato anche nella realizzazione di questo secondo capitolo.

“In questa storia – ha spiegato – ci sono problemi e conflitti, che si potrebbero immaginare anche all’interno di un film drammatico. La nostra scelta, in questo caso, è stata quella di un racconto leggero, e forse per questo anche più realistico. Nella nostra vita non c’è soltanto il dramma, non ci sono solo giornate con una musica cupa in sottofondo, dove tutto è nero. In una conversazione con altri ci possono essere anche dei momenti di sorriso, immagino. Il nostro modo di raccontare le storie, la nostra attitudine, hanno a che fare con l’ironia e l’umorismo. E sono sempre molto felice di poterlo fare, anche perché è una cosa complicata, che non sempre riesce. Quando una platea si emoziona ridendo per qualcosa in cui metti te stesso, non c’è regalo più grande. Io sono molto grata alle persone che mi hanno fatto ridere, e quindi spero di poter suscitare negli altri gli stessi sentimenti”.

Nella foto in alto, da sinistra, la giornalista Valentina Ariete, Paola Cortellesi, Antonio Albanese e Riccardo Milani.
Qui sotto il trailer di
Come un gatto in tangenziale – Ritorno a coccia di morto.

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