Pubblicato il 12 Novembre 2021.
Il cult della cinematografia italiana “L’Armata Brancaleone” di Monicelli sarà l’argomento principale di una conversazione a tutto tondo di Gabriele Mainetti, ospite della serata al Multisala Moderno di Bolsena il 24 novembre.
Un incontro che intende approfondire discendenze, filiazioni, complicità, elementi di rottura fra il cinema italiano
di ieri e di oggi, attraverso l’analisi di un capolavoro e le sue dichiarate o più implicite eredità: questo il percorso,
che promette sorprese, tracciato da Franco Montini, curatore del penultimo appuntamento dell’iniziativa
“I CINEMA: ‘SALE’ DELLA VITA” che avrà luogo al Multisala Moderno di Bolsena (VT) mercoledì 24
novembre alle ore 19:00.
Protagonisti in campo un regista tra i più acclamati delle ultime stagioni cinematografiche, Gabriele Mainetti, e un “cult movie” che ha rappresentato un momento di svolta e di assoluta novità nel panorama della commedia italiana, L’armata Brancaleone.
L’iniziativa, realizzata dall’Agis con il sostegno della Regione Lazio e in collaborazione con ANEC Lazio (Associazione Nazionale Esercenti Cinema del Lazio), intende far rivivere le sale cinematografiche come luogo di scambio attivo di passioni e condivisione di emozioni e conoscenza, attraverso un modello di proiezioni e incontri con significativi personaggi del nostro cinema nazionale.
Il legame tra il film di Mario Monicelli, realizzato nel 1966 e baciato da straordinari consensi di pubblico e
critica, e Gabriele Mainetti, il regista che maggiormente può ricordare, rievocare e ricostruire l’epopea
de “L’armata Brancaleone” è stato pensato per costruire un’immaginaria e prolifica linea artistica che possa far
emergere trame di convergenze, stili e identità in una informale conversazione critica e partecipativa col
pubblico in sala.
Come spiega Montini: “per diversi motivi, a cominciare dall’ambientazione medioevale e dall’uso di una lingua
inventata, L’armata Brancaleone prendeva spunto da una serie di atmosfere, temi e costumi che svariavano
dalla tradizione del cinema autarchico di cappa e spada ai grandi esempi internazionali.
Basti pensare al trucco e all’armatura del protagonista, Brancaleone da Norcia (Vittorio Gassman), che rimandava a La sfida del samurai di Akira Kurosawa. In poche parole, L’armata Brancaleone era la dimostrazione che anche in Italia era possibile realizzare dei film diversi dal solito, sfidando le produzioni più spettacolari e popolari tipiche delle cinematografie maggiormente evolute.”