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Locarno a Roma apre con Lola Pater e Germania anno zero

lola pater

Pubblicato il 6 Settembre 2017.

 

Prenderà il via questa sera la rassegna Locarno a Roma che dal 6 al 9 settembre propone una selezione di titoli in rappresentanza delle varie sezioni del 70° Locarno Festival, tutti proiettati in versione originale con i sottotitoli in italiano.

Alle 20:30 si inizia con Lola Pater dell’algerino Nadir Moknèche, pellicola presentata al 70 Festival di Locarno nella sezione Piazza Grande, nel quale una sorprendente Fanny Ardant interpreta una transessuale:  un uomo che ha deciso di lasciare la famiglia e il corpo che gli stava stretto per rifarsi una vita nelle vesti di Lola, insegnante di danza del ventre.

Prima della proiezione il Presidente del Locarno Festival, Marco Solari, saluterà il pubblico in sala.

Alle 22:30, sarà la volta di Germania anno zero, la prima delle due pellicole scelte per festeggiare il 70° anniversario del Locarno Festival.

 

Diretta da nel 1948 da Roberto Rossellini e premiata con il Grand Prix nello stesso anno, racconta la storia del piccolo Edmund, appena tredicenne e costretto – con lavori saltuari più o meno leciti – al mantenimento della propria famiglia. Il giovane vive in un modesto appartamento con il padre (un uomo afflitto da una malattia che lo fa stare cronicamente a letto), il fratello (che a causa dei suoi trascorsi nazisti passa le sue giornate costantemente nascosto in casa) e la sorella (sempre in bilico tra responsabilità familiari e prostituzione).
L’incontro casuale con un suo anziano ex insegnante segna per sempre la giovane esistenza del ragazzo. Ambiguo, mostruoso nell’approfittare del contesto per esplicare le sue tendenze pedofile l’uomo, intriso di ideologia nazista, circuisce il bambino esponendogli le proprie idee riguardo alla superiorità dei forti sui deboli, sulla necessità di eliminare i secondi per salvare i primi.
Condizionato dalle parole dell’uomo, Edmund vede nella figura del padre l’anello debole di questa catena e, in un momento di ingenua confusione interiore, lo avvelena. Scacciato dal maestro che non vuole responsabilità sull’accaduto, il giovane vaga per la città disorientato ed afflitto dal rimorso; salito all’ultimo piano di un edificio diroccato, sotto lo sguardo della sorella, si getta nel vuoto.

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